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Non tutta l'AI viene per nuocere

Storia di un’amicizia nata dalla diffidenza.

Ok lo ammetto, sono tra coloro che, al grande exploit dell’AI nel campo del copywriting, si è abbandonata ad un moto di sconforto unito ad una sensazione pungente di fastidio.

Cioè parliamo di software guidati da un’intelligenza artificiale in grado di elaborare in una manciata di secondi poche informazioni e, sempre in pochi secondi, di generare un testo coerente e di senso compiuto. Un testo che, al netto di minuscoli aggiustamenti, può essere immediatamente pubblicato sui social, su un blog o su qualunque altro canale digitale. Una bomba. 

Rapidità, accuratezza, originalità. In pratica tutto quello che si richiede ad un copywriter o ad un content creator. 

Torniamo però al mio momento di sconforto.  Ero intenta a domandarmi che cosa sarebbe cambiato nella mia vita professionale e cosa ne sarebbe stato di me tapina. E mentre odiavo visceralmente quell’insolente AI che voleva prendersi il mio lavoro, una domanda si affacciava aggressiva pretendendo una risposta. Se ChatGPT, o chi per esso,  può fare il mio lavoro in maniera più rapida, altrettanto accurata e originale, perché qualcuno dovrebbe preferirmi ad esso? 

Sun Tzu, nell’arte della Guerra dice che conoscere il proprio nemico è il primo passo per combatterlo. L’urgenza di rispondermi era tale che …ho acceso il mio pc e ho fatto l’accesso a ChatGPT. Eravamo solo io e lui, il nemico. Vuoi prendere il mio posto? Bene, vediamo di che pasta sei fatto. A noi due!


Cosa ho capito dell’AI nel copywriting

Lo devo dire, non ci è voluto molto per capire che in realtà quello che avevo di fronte non aveva esattamente i contorni di un nemico. Ho provato a tratti anche del pentimento per averlo giudicato male e in maniera così superficiale. È stato, in certe occasioni, anche gentile con me, chiedendomi scusa per non aver capito la mia richiesta o per non avere “dati a sufficienza" per elaborare il testo richiesto. Mi sono sentita in colpa. Tutto il male che pensavo dell’AI, in realtà non era giustificato. La facilità con la quale ho potuto coglierne i vantaggi e le differenze tra me e lei ne è stata la conferma. 

La principale differenza tra l’intelligenza artificiale e quella umana è che la prima …non è umana! Bella scoperta, direte voi. Ma se avrete pazienza mi spiegherò meglio.

L'intelligenza umana non è fatta di solo intelletto. Prendiamo ad esempio, neanche a dirlo, il lavoro del copywriter. Per scrivere un testo è necessario avere conoscenza, preparazione e una certa dimestichezza con le parole. Nonché con le regole che le legano tra loro in un flusso armonico e coerente. Ma c’è bisogno anche di altro. Serve empatia, passione, entusiasmo, memoria (intesa come esperienza), creatività, furbizia, sagacia e, ultima, ma non per importanza, etica. Ora ditemi, l’AI è in possesso di tutte queste cose? La risposta, scontata, è no. O, per non mettere limiti alla “provvidenza”, non ancora.

AI

L’AI alleata del Copywriting

A questo punto l’ascia di guerra è bell’e che sotterrata. Ora non resta da capire come l’AI può essere d’aiuto nel copywriting. 

Nel mio percorso di scoperta e comprensione dell’intelligenza artificiale ho capito che l’efficienza da essa offerta è un’opportunità da cogliere. L’AI è in grado di automatizzare e migliorare la creazione di contenuti pubblicitari e di marketing.  Se ci pensiamo ha già rivoluzionato il mondo del copywriting, aiutando i professionisti a creare contenuti altamente personalizzati e mirati.

Da notare che ho parlato di “rivoluzione”, concetto valido, per altro, in tutti i campi di applicazione dell’intelligenza artificiale.  Ma anche di “aiuto” e di “opportunità”. L'AI non sostituirà completamente i copywriter. Come ho detto, la scrittura creativa richiede ancora un'ampia gamma di competenze umane che l'AI attuale non è in grado di replicare. L'abilità di creare concetti unici, sviluppare un tono di voce distintivo e scrivere in modo coinvolgente per il pubblico target è ancora appannaggio delle persone. 

Nessuno dunque sta chiedendo ai copywriters di mettersi da parte. Ciò che invece siamo chiamati a fare è approfittare di quanto di utile l’intelligenza artificiale ha da offrire nel nostro campo.

AI e copywriter

Meglio essere amici

La tecnologia, per sua natura, accelera il passo sempre di più. Ciò che il futuro, non molto lontano, ha in serbo per noi rispetto all’AI, al momento non è dato saperlo. Le implicazioni etiche che nel campo del copywriting preoccupano molti, saranno un problema di cui sicuramente dovremo occuparci. Ma non ora. Oggi possiamo servirci dell’intelligenza artificiale per molte cose. Ad esempio per risparmiare tempo ottenendo un’analisi dei dati sul comportamento degli utenti che ci può aiutare a creare contenuti altamente mirati per i vari segmenti di pubblico.

Sun Tzu, nell’arte della Guerra, dice che conoscere il proprio nemico è il primo passo per poterlo combattere. 

Io sono andata oltre, l’ho conosciuto, apprezzato e ho fatto amicizia con lui.