Credito d’imposta: tutto ciò che c'è da sapere
Negli ultimi anni, sempre più aziende si stanno rivolgendo al credito d'imposta come forma di agevolazione finanziaria.
Il mio obiettivo è quello di esplorare le diverse tipologie di contributi disponibili, in modo da comprendere i numerosi vantaggi che possono derivare dalla realizzazione di un nuovo progetto o dall'ampliamento di un business già avviato.
In precedenza, ho affrontato il tema del contributo a fondo perduto, riconosciuto come la forma di aiuto più conveniente grazie all'importante somma di denaro messa a disposizione dall'ente pubblico a supporto delle imprese, senza richiederne la restituzione.
Ho poi esaminato il finanziamento a tasso agevolato, un prestito erogato a un tasso di interesse più vantaggioso rispetto a quelli di mercato, spesso a tasso zero, senza il pagamento di interessi.
In questo nuovo articolo, invece, mi concentrerò sui crediti d'imposta e sugli importanti vantaggi che possono offrire.
Cosa si intende per crediti d’imposta?
Per sfruttare al meglio i vantaggi dell'agevolazione del credito d’imposta per la vostra azienda, è fondamentale partire dalla definizione di questo beneficio fiscale.
Il credito d’imposta rappresenta un credito vantato dalla vostra azienda o da un professionista nei confronti dello Stato. Potete sfruttarlo in compensazione dei debiti tributari utilizzando il modello F24.
Ma attenzione!
Il credito d’imposta non è la stessa cosa del finanziamento a tasso zero!
Anche se entrambe le agevolazioni sono rivolte alle aziende, presentano alcune differenze importanti.
In particolare, il credito d’imposta è uno strumento legato alla sfera tributaria e vi consente di ridurre le tasse da pagare. Il finanziamento a tasso zero, invece, è un prestito concesso alle aziende a condizioni vantaggiose per sostenere nuove spese, investimenti, o per ottenere liquidità in modo più agevole.
Come si calcola e come funziona nella pratica il credito d’imposta?
Dopo l'avvento della pandemia da Covid-19, lo Stato ha introdotto una serie di misure sotto forma di credito d'imposta tra cui il credito d'imposta per sanificazione degli ambienti e il credito d'imposta canoni di locazione.
Inoltre, il legislatore ha predisposto un ulteriore intervento inerente al credito d'imposta per le spese sostenute per la Transizione 4.0.
Tuttavia, queste misure non sono tutte uguali e la percentuale sulla quale si calcola il credito spettante varia a seconda della specifica normativa.
Supponiamo, ad esempio, che un'azienda abbia acquistato nel 2022 dei Beni strumentali 4.0. In tal caso, l'aliquota del credito d'imposta spettante è del 40%. Per comprendere meglio come calcolare l'ammontare del credito d'imposta, prendiamo un esempio pratico.
Supponiamo che la vostra azienda abbia acquistato un macchinario 4.0 del valore di 60.000€ nel 2022 e che abbia diritto ad un credito d'imposta pari al 40% della spesa sostenuta, da utilizzare in tre quote annuali. In tal caso, l'importo del credito d'imposta ammonta a 24.000€.
60.000€ * 40% = 24.000€
In pratica, la vostra azienda otterrà una compensazione fiscale, che verrà suddivisa in quote annuali da utilizzare per pagare le imposte dovute. Nel caso dell'esempio precedente, il credito d'imposta di 24.000€ sarà suddiviso in tre quote da 8.000€ ciascuna, da utilizzare rispettivamente nel 2022, 2023 e 2024.
Vantaggioso, vero?
In sostanza, questo significa che una parte delle imposte già previste e che avreste dovuto pagare verranno coperte dal credito d'imposta, con un risparmio effettivo per la vostra azienda.
Tuttavia, è importante tenere presente che lo Stato non accrediterà alcun importo direttamente sul vostro conto corrente: il credito d'imposta verrà invece utilizzato per coprire le imposte dovute e già pagate, a vostra scelta e fino a copertura dell'intero importo del credito.
Cumulabilità tra agevolazioni e pianificazione
Per sfruttare al meglio le opportunità dei contributi offerti dallo Stato, è fondamentale pianificare le spese e gli investimenti futuri.
Spesso gli imprenditori commettono l'errore di effettuare un investimento e, solo successivamente, chiedere al proprio commercialista o consulente se esistono agevolazioni o sgravi fiscali per le spese sostenute.
Questo approccio non solo porta alla perdita della possibilità di accedere alle agevolazioni, ma anche ad una mancata costruzione di un piano agevolativo che possa sfruttare la cumulabilità tra i vari contributi disponibili.
In alcuni casi, inoltre, per i crediti d’imposta è necessario effettuare una comunicazione preventiva prima di sostenere le spese e, senza questo adempimento, si perde la possibilità di utilizzare l'agevolazione.
Per questo motivo è importante pianificare e programmare, con almeno 12 mesi di anticipo, gli investimenti da sostenere e valutare i possibili contributi e crediti d'imposta disponibili.
Tenersi aggiornati attraverso fonti sicure e professionali, come il sito di MiFinanzio, è il primo passo da fare per non perdere le occasioni che la finanza agevolata ha in serbo anche per voi!