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L’evoluzione dell’esperienza visiva

Nell'ambito dell'evoluzione tecnologica, poche innovazioni hanno avuto il potere di riscrivere le regole dell'esperienza umana quanto il recente lancio dei visori VR da parte di colossi come Apple e Meta. 

Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma nell'esperienza visiva, che segna l'inizio di una nuova era dominata dalla realtà aumentata (AR). 

Complice la curiosità di esplorare un'esperienza di gioco radicalmente diversa da quella a cui ero abituato, non ho saputo resistere al richiamo di questa nuova tecnologia e ho deciso di immergermi in prima persona.

Ho quindi acquistato Meta Quest e dopo pochi giorni l’ho ricevuto  a casa. Lo scarto subito con l’entusiasmo di Diego bambino, faccio spazio in soggiorno e immediatamente lo provo.

La parola "rivoluzionario" non gli rende giustizia. 

Dal momento in cui ho indossato il visore, l'immersione in un universo digitale completamente estraneo rispetto alla realtà fisica mi ha immediatamente persuaso di trovarmi di fronte al futuro dell'intrattenimento. 

Anche se, osservato dall'esterno, potrei essere sembrato piuttosto buffo, agitandomi in maniera apparentemente insensata, e nonostante il  leggero senso di nausea avvertito dopo aver rimosso il visore, l'esperienza ha segnato un prima e un dopo nella mia concezione di esperienza visiva.

La realtà aumentata tesse fili di informazioni digitali attraverso la trama  della nostra esistenza fisica, trasformando ogni angolo del mondo che ci circonda in un campo di esplorazione. 

Questa tecnologia non si limita semplicemente ad aggiungere strati superficiali alla realtà; piuttosto ci invita ad una reinterpretazione creativa degli ambienti quotidiani.

Questo salto qualitativo nella nostra interazione con lo spazio fisico ci apre le porte a un'esistenza in cui il reale e il virtuale si fondono in un continuum esperienziale. 

Non si tratta più di vivere ai margini di due mondi distinti, ma di abitare in un unico universo arricchito, dove le barriere precedentemente percepite tra "reale" e "virtuale" si assottigliano fino a diventare trasparenti. 

Da qui sorgono diversi quesiti ai quali seguono altrettanti spunti di riflessione che vorrei fare con voi.

Il mondo del lavoro

L'avanzamento delle tecnologie digitali sta inaugurando una nuova era anche nel mondo del lavoro, con implicazioni profonde e trasformative sul modo in cui le attività lavorative vengono svolte, su come gli spazi di lavoro sono concepiti e su come le interazioni professionali si svolgono. 

Questa rivoluzione tecnologica non è confinata a settori specifici; piuttosto ha il potenziale per modificare l'ecosistema lavorativo in una moltitudine di campi, dalla medicina all'ingegneria, dal design alla formazione.

Nell'ambito della formazione e dello sviluppo professionale, ad esempio, la realtà aumentata offre strumenti senza precedenti per l'apprendimento on-the-job, permettendo ai lavoratori di acquisire competenze pratiche in ambienti simulati che riproducono condizioni reali con un alto grado di fedeltà. 

Parallelamente, la realtà virtuale sta rivoluzionando il concetto stesso di spazio di lavoro. Con la diffusione del lavoro da remoto, i team possono ora incontrarsi in spazi virtuali che simulano l'interazione faccia a faccia, superando le limitazioni geografiche e rafforzando il senso di presenza e appartenenza. Questo ha un impatto significativo sulla collaborazione, sulla gestione dei progetti e sulla coesione di un team, offrendo una soluzione alle sfide poste dalla distanza fisica.

Già posso immaginarmi indossare il visore nella comodità di casa mia, mentre mi connetto e interagisco con i miei colleghi attraverso i nostri avatar digitali. Questo implica l’idea di una dimensione collaborativa totalmente nuova, dove la distanza fisica si dissolve e la comunicazione assume una forma più vivida e coinvolgente. 

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Accessibilità

La rivoluzione non risiede soltanto nella tecnologia in sé, ma anche nella sua incredibile accessibilità e intuitività. 

Attraverso l'evoluzione dei dispositivi di realtà aumentata e virtuale, si apre una porta su  un universo di possibilità, rendendo le esperienze videoludiche di una complessità e di un’ immersione senza precedenti disponibili a un pubblico vasto e diversificato. 

Non è più un esclusivo dominio di appassionati e professionisti del settore, ma un patrimonio accessibile a chiunque desideri avventurarsi oltre i confini della realtà conosciuta.
Basterà indossare il visore et voilà, ci si troverà catapultati in un mondo completamente nuovo.

E fidatevi, se sono riuscito a far provare questa tecnologia a mia madre senza problemi, vuol dire che è veramente accessibile a tutti.

Questa democratizzazione dell'accesso segna un punto di svolta significativo nella storia della tecnologia. 

Ognuno di noi ora ha il potere di esplorare mondi virtuali ricchi e complessi, vivendo esperienze che arricchiscono l'immaginazione e spingono i confini dell'esperienza umana ben oltre le limitazioni precedentemente imposte dalla realtà fisica. 

La capacità di immergersi in ambienti virtuali, di interagire con essi in maniera intuitiva, non solo arricchisce il nostro intrattenimento, ma apre anche nuove vie per l'educazione, la formazione professionale, ecc.

 

Pericoli Potenziali

Non è tutto oro quello che luccica.

Vero: gli utenti si trovano ad esplorare modalità di interazione con ambienti virtuali completamente nuove, che fino a poco tempo fa sarebbero state considerate pura fantascienza.

Una fusione sempre più marcata tra esperienze fisiche e virtuali, però, solleva questioni riguardanti non solo la nostra salute mentale e il benessere psicosociale, ma anche la natura stessa della nostra esperienza umana.

È vero, in degg non abbiamo le competenza per una disamina approfondita  delle implicazioni psicosociali legate all'adozione di determinate tecnologie.

Tuttavia, riteniamo sia nostra responsabilità, in quanto innovatori e sostenitori della tecnologia al servizio delle persone, sollevare questioni importanti che invitano a una riflessione critica. 

Uno dei rischi maggiori è rappresentato dalla possibilità di una crescente disconnessione dall'universo fisico, con individui che potrebbero preferire le realtà virtuali alle interazioni e alle esperienze reali, a causa della loro capacità di offrire gratificazioni immediate e scenari esenti dalle complessità e dai limiti del mondo reale. 

Questa predilezione potrebbe condurre a una forma di alienazione, in cui le relazioni autentiche e il contatto con la natura diventano secondari rispetto a un'esistenza sempre più mediata da schermi e dispositivi.

Nonostante queste sfide, il potenziale delle tecnologie immersive per arricchire e trasformare il mondo del lavoro è innegabile. 

Offrendo opportunità senza precedenti per l'apprendimento, la collaborazione e l'efficienza operativa, queste tecnologie promettono di ridefinire le pratiche lavorative, rendendo il lavoro più flessibile, interattivo e coinvolgente. 

Tuttavia, per realizzare appieno questo potenziale, è essenziale procedere con un approccio consapevole, affrontando proattivamente le sfide etiche e sociali e garantendo che i benefici delle innovazioni tecnologiche siano accessibili in modo equo e utilizzati responsabilmente.