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CoronaVirus: la stampa 3D salva molte vite umane

«Non chiamateci eroi, abbiamo fatto solo il nostro dovere» 

Cristian Fracassi, 36 anni, ingegnere, eroe!

 

E’ ormai noto che l’emergenza Corona Virus sta diventando un problema su tutti i fronti: economico, aziendale ma soprattutto sanitario.

Il problema sanitario accresce giorno dopo giorno in quanto mancano attrezzature mediche per far fronte a questa emergenza.

I nostri ospedali non erano pronti. L’Italia non era pronta.

La nostra storia inizia di sabato, e si sa il sabato è il giorno preferito dai ragazzi. 

Il sabato sera è il momento in cui si festeggia.

Ed è proprio quello che è successo a Cristian Fracassi.

Sabato 14 marzo all’ospedale di Chiari, in provincia di Brescia, mancano valvole per i respiratori. L’azienda fornitrice non è in grado di produrli e consegnarli in tempi breviCristian Fracassi viene contattato da Massimo Temporelli, fisico e divulgatore scientifico :

«Servono valvole per i respiratori, pensi di essere in grado di stamparle in 3D?».

Cristian corre in ospedale, prende la valvola che manca, la disegna, la rinforza e la stampa in 3D. Funziona. 

Il ragazzo produce moltissime valvole in pochi giorni. Lo stesso ragazzo grazie al digitale salva moltissime vite in pochi giorni.

La notizia in 24 ore da Brescia arriva sul New York Times. Lo chiamano la BBC, Fox News, la tv australiana, la stampa greca. E’ acclamato in tutto il mondo! Viene contattato dal direttore dell’università di Lussemburgo, dalla HP alla General Motors, perfino il produttore dei Griffin si congratula con lui.

Ma la storia non finisce qui perchè ormai anche questo è noto: mancano le maschere respiratorie!

Ora ditemi chi di voi non ha comprato per andare al mare quella maschera da sub di Decathlon che è andata molto di moda?

Cristian con l’aiuto di Massimo Temporelli, contatta la Decathlon e parte con l’innovazione.

«Ci hanno regalato 20 maschere, a cui abbiamo sostituito il boccaglio con una valvola stampata in 3D che permette di agganciarsi ai tubi dell’ossigeno. Questa nuova valvola si chiama Charlotte. Abbiamo testato il prodotto, una, due, tre, volte. Abbiamo provato in due ospedali, modificando la valvola su indicazioni dei medici. E finalmente ha funzionato. Un progetto semplice e replicabile: abbiamo depositato il brevetto e lo daremo gratuitamente a tutti, in modo che possa essere stampato anche da altri».

Isinnova, la società di cui Fracassi è il fondatore, ha dovuto rispondere però alle critiche mosse da migliaia di persone da tutto il mondo. Infatti Fracassi ha depositato il brevetto e lo dona gratuitamente però non ha permesso di diffondere il file della valvola in tutto il mondo.

«Non lo abbiamo fatto e questo ci ha attirato molte critiche. Siamo convinti della nostra scelta: esistono diversi tipi di valvole e se tu le monti su un macchinario sbagliato comprometti la salute del paziente. La valvola ha fori da 0,6 millimetri e non tutte le stampanti 3D riescono a farlo. Il pezzo originale è sempre migliore dell’oggetto replicato. Noi purtroppo siamo all’ultima spiaggia, stiamo lavorando su prodotti non certificati, abbiamo agito di corsa. Avete presente nei film, quando qualcuno sta per cadere nel burrone? Di solito in quel momento arriva il protagonista e gli lancia una corda, ma questa corda si sfilaccia…e il tempo corre. In quel momento non ti chiedi se la corda sia a norma, o che sia di altri. In quel momento si pensa solo a salvare chi sta cadendo. Poi, una volta al sicuro, col fiatone e l’adrenalina che cala, si può ragionare. Ed è quello che stiamo facendo ora….».

Quel Sabato sera forse per Christian fu diverso.

Brindò con i suoi amici all’innovazione digitale e tutta l’Italia ne è fiera.