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BCE e il progetto Euro digitale, le ultime novità

Il progetto dell’Euro digitale e le novità in merito dopo il lancio da parte della BCE lo scorso 14 luglio parlano la lingua delle grandi scommesse monetarie. E sono scommesse che passano tutte per una serie di obiettivi a doppia valenza. Da un lato quelli per cementare le esigenze economiche collegiali dell’Unione con una moneta virtuale dalle specifiche caratteristiche “istituzionali”. Dall’altro quelli legati all’esigenza di fare fronte comune contro le attività illegali che risentono troppo delle contingenze dei singoli stati del sistema complesso Europa.

C’è dunque molto di più del semplice obiettivo mainstream di venire incontro alle esigenze degli europei con una valuta digitale. E il dato di assoluto “grip” innovativo è emerso già nella fase istruttoria coordinata dal Consiglio direttivo della Banca Centrale europea. In quella bozza c’è infatti molto di più della canonizzazione di un nuovo corso economico con una CBDC, una Valuta Digitale della Banca Centrale.

non è solo un cambio flat-virtual

E la sensazione che nel caso di specie non si trattasse di una semplice metamorfosi monetaria da flat a digitale è stata rafforzata dal primo, fondamentale distinguo. L’euro digitale ha la morfologia di una criptovaluta ma procede su tutt’altro binario. Perché? Innanzitutto per le implicazioni politiche legate all’etica della monetazione (già, ne esiste una), che vede l’Unione Europea come sistema sovranazionale teso a creare regole di ingaggio economico, piuttosto che franchigie ulteriori per aggirare le stesse nel nome della finanza brada.

L’euro digitale è, in termini basici, l’equivalente elettronico dell’euro fisico. È una moneta virtuale parallela alla flat con corso legale. Inoltre è abilitata ad ogni tipo di transazione e garantita dalla BCE. Per queste ragioni è fuori dal recinto di ogni criptovaluta esistente.

A cosa punta la BCE nella catena di gestione

Per quanto riguarda invece il funzionamento esso è pari a quello delle altre valute virtuali. Che significa? Che l’immutabilità della sua struttura di genesi e “vita”, la cosiddetta “blockchain”, è garanzia di stabilità di comportamento, dall’emissione passando all’utilizzo e fino alla conservazione nei “wallet”, cioè nei portafogli digitali.

Qual è dunque il distinguo vero con le criptovalute al di là di fumose differenze in punto di etica? Il fattore controllo, che nel caso dell’Euro digitale è centrale e sotto implementazione di un sistema geopolitico complesso perché continentale. I database sono gestiti infatti solo dai tre soggetti a marcata idoneità con requisiti ferrei. La stessa BCE, i governi afferenti l’Unione Europea o società terze approvate. E aprire un conto in digieuro sarà uno dei compiti che più risentiranno della “delega” operativa che la BCE lascerà alle banche singole.

La BCE lancia il progetto dell’Euro digitale e mette in gioco le fintech

Queste ultime potranno essere affiancate da fintech regolamentate, ed è qui che si sostanzia il vero fine dell’ingresso dell’Euro Digitale nelle nostre esistenze. Il controllo rigoroso degli step non solo mette all’indice ogni forma di speculazione o illegalità per definizione, ma ne attua le strategie e ne affina l’attuazione proprio con questa “catena di comando” ristretta e compartimentata in ogni passaggio.

Da qui discende una serie di circostanze in cui il nesso eziologico causa-effetto fra istituzione dell’Euro digitale da parte della BCE e creazione delle condizioni per un’economia reale più libera sono evidenti.

I quattro step con cui BCE vuole cambiare le cose

Vediamo quali sono. Primo è quello dell’indipendenza economica che passa per la digitalizzazione. Questo perché la nuova versione della moneta segue il passo della tecnologia e viene incontro ad un mercato di cui quella tecnologia è sempre più traino tiranno.

C’è poi lo scenario della rarefazione del contante. L’Euro digitale va a compensare questo processo nella sua veste di denaro pubblico. Il numero di transazioni e la vivacità dell’economia restano stabili o in incremento.

Poi esiste il cosiddetto “fattore alternativa”. L’euro digitale non risente di scossoni di stabilità nemmeno nella sua fase forse più cruciale, quella di potenziale riserva di valore e massa critica in geopolitica. C’è un legame quasi “fisico”, in mirabile paradosso visto che è conio virtuale, fra stabilità monetaria e finanziaria dell’Europa e circolazione di una moneta non flat che faccia da argine agli esperimenti delle banche centrali straniere.