La forza del team. Facciamo squadra per fare meta!
"La cooperazione si basa sulla profonda convinzione che nessuno riesca ad arrivare alla meta se non ci arrivano tutti."
Virginia Burden
Nel mio precedente articolo vi ho parlato di quanto i progetti innovativi stiano diventando sempre più complessi da gestire e del mindset corretto con il quale approcciarli sfruttando i valori ed i principi proposti nel manifesto Agile pubblicato nel 2001. Oggi parlerò dell’importanza del team e dei diversi punti di vista, sviluppo e business in un contesto aziendale, facendo sempre riferimento ai valori e principi del manifesto Agile.
Contesto aziendale. Quante domande!
Quali e quante sono le domande e le perplessità che affliggono i diversi team nella realizzazione di un nuovo progetto?
Proviamo ad ipotizzarle.
In un contesto aziendale dividiamo per semplicità i punti di vista in due team.
- Team di sviluppo: Ancora un’altra attività? Ho troppe cose da fare! Che framework utilizziamo? Chi è il Project manager? Qual è l'architettura del sistema? Tempistiche di realizzazione? Chi fa cosa ? Perché non utilizziamo l’ultimo linguaggio?
- Team business: Quanto ci costa? Quanto tempo impieghiamo? Quante risorse vengono coinvolte? Chi finanzia il progetto? Come monitoriamo le attività? Siamo sicuri di riuscire a completare tutto entro i tempi stimati?
Ok, non facciamoci prendere dall’ansia.
Capiamo come le singole figure aziendali, ognuna con le proprie competenze, possano raggiungere la meta e generare un valore condiviso.
La visione olistica
Per mettere ordine in un contesto del genere è necessario fondere i punti di vista dei due team, nonché quelli di tutti i livelli aziendali. Per farlo ci si può avvalere della Visione Olistica (Holistic Vision) in modo da arrivare a definire una filosofia vincente.
Con il termine “olistico” si intende il prestare attenzione non solo alle singole parti del sistema, ma anche alle dinamiche che ne regolano l’organizzazione, la relazione ed il movimento verso la realizzazione degli obiettivi.
In poche parole, tutti lavorano in concerto per raggiungere un unico obiettivo, dove per obiettivo intendiamo la creazione del valore.
A questo punto la domanda nasce spontanea: come il lavoro di cooperazione dei team può creare valore?
In prima istanza è necessario stabilire l’uso di un framework che ci sarà utile per capire qual è la tipologia di progetto che ci troviamo di fronte.
Personalmente trovo molto utile il framework concettuale “Cynefin” ,sviluppato nei primi anni 2000 da Dave Snowden, attraverso il quale è possibile classificare un progetto in “semplice, complicato, complesso, caotico”. Vediamo nel dettaglio le diverse classificazioni.
- Progetto Semplice: requisiti lineari, ripetibili, prevedibili con un chiaro rapporto di causa-effetto. Variabilità bassa.
- Complicato: requisiti che possono essere scomposti in parti semplici e dunque ripetibili e prevedibili con un chiaro rapporto causa-effetto. Variabilità media.
- Complesso: requisiti composti,collegati tra loro e dipendenti uno dall’altro, non riducibile, non ripetibile né prevedibile, senza più nessun rapporto lineare di causa-effetto. Variabilità alta.
- Caotico: requisiti imprevedibili, valutare con attenzione se portare il progetto in realizzazione.
Questa differenziazione è il primo passo per capire se la generazione di valore sarà possibile!
Non possiamo pensare, ad esempio, di generare valore su un progetto Caotico. I rischi sarebbero almeno due: il mancato raggiungimento degli obiettivi aziendali, con l’implicazione di generare più costi che ricavi, e la spaccatura del team.
Il team e il contesto aziendale
Per comprendere bene quale importanza riveste il team, nonché la collaborazione tra i singoli componenti, vorrei presentare le figure di riferimento in un progetto gestito tramite metodologia Agile.
- Portfolio manager. Figura fortemente qualificata sul business focalizzata sull’insieme dei progetti che devono essere gestiti strategicamente per raggiungere gli obiettivi aziendali.
- Team/product manager. Si tratta di una figura fortemente qualificata su attività operative e sviluppo e si concentra sulla realizzazione del singolo progetto
- Program manager. Una figura orizzontale che coordina la comunicazione e gli obiettivi tra portfolio e team/product. Si occupa del numero di progetti che sono stati selezionati da realizzare e che devono essere gestiti (ad esempio la divisione delle risorse e il coordinamento per la realizzazione)
Sapreste a questo punto indicare la figura fortemente qualificata su attività operative/sviluppo e al contempo skillata sul business?
La domanda, lo ammetto, era provocatoria, ma la risposta è forse poco scontata: nessuna!
Ancora una volta, la parola chiave è cooperazione.
In conclusione, riprendendo la citazione di Virginia Burden, in una organizzazione aziendale non esiste una figura che capisce di business quanto di sviluppo o viceversa. Non il singolo individuo, ma la condivisione e la cooperazione portano a raggiungere la meta.
Un team ispirato e con obiettivi in comune riesce a supportarsi a vicenda generando continuo miglioramento. Un insieme di persone che condividono gli stessi ideali e riescono insieme a sopportare il fallimento imparando da esso.