Intraprendere un’attività online per accrescere la propria reputazione professionale è sempre una buona idea. A patto però che si conoscano due o tre cosette per portarla avanti al meglio e non andare alla cieca. Pena scarsi o nulli risultati a fronte di un dispendio eccessivo, quanto inutile, di tempo ed energie. Parliamo dunque di personal branding e del modo migliore per farlo, nonché dei canali digitali sui quali vale la pena concentrarsi.
Partiamo quindi dal principio e stabiliamo prima di tutto cos’è il personal branding.
Si può dire che è un modo per affermare la propria identità e posizionarsi in modo distintivo nel mercato.
Più tecnicamente si tratta del processo attraverso il quale una persona crea un'immagine di sé stessa come marca personale. Ossia come un individuo unico e distintivo con specifici valori, competenze e caratteristiche.
Il personal branding può essere utilizzato per aiutare una persona a distinguersi nella propria professione o settore. Ma anche a costruire relazioni e a sviluppare una reputazione positiva.
Stando a quanto detto fin qui, sull’utilità di attuare una strategia di personal branding non ci sono dubbi. Ma come per tutte le cose, esiste una maniera giusta e una sbagliata di farla, e gli errori sono dietro l’angolo.
Se vogliamo essere assolutamente certi di fare un buco nell’acqua, dobbiamo, ad esempio, intraprendere questa attività, senza prima elaborare una strategia.
Una strategia è infatti il primo, fondamentale passo da compiere quando si vuole fare personal branding. Al pari di qualunque altra attività di marketing.
Vediamo quindi tutti gli step necessari per realizzare un progetto di personal branding efficace.
Considerare il personal branding alla stregua di qualunque altro progetto di marketing ci aiuta nell’elaborazione di un piano che farà da base per tutte le sue fasi.
Ci verrà quindi spontaneo in prima battuta domandarci quali sono gli obiettivi che con questa attività vogliamo raggiungere. Cosa desidero ottenere? Un aumento del mio network professionale? Sono alla ricerca di un nuovo incarico? Desidero condividere le mie competenze e conoscenze per essere riconosciuto/a come thought leader?
Possono essere tanti gli obiettivi ed è bene metterli subito in luce così da costruire l’intera strategia intorno ad essi.
Il secondo step è decidere quale canale (o canali) utilizzare.
Nell’era digitale la scelta è tanto facile quanto scontata. Tutti gli “ambienti” digitali, infatti, possono servire allo scopo. Dal proprio sito web con attività di blogging, fino ad all’utilizzo di campagne DEM, senza disdegnare le campagne di advertising.
Esiste però un canale privilegiato per la sua estrema accessibilità, parlo dei social network. Valgono tutti, da Linkedin a TikTok, scegliendo naturalmente in base al proprio settore e al target al quale ci si riferisce.
Per il terzo step la parola d’ordine è “contenuti”. In questa fase è necessario stabilire, prima ancora della loro effettiva produzione, l’intero mood con il quale vogliamo presentarci.
Dobbiamo stabilire ad esempio quale sarà il ToV (Tone of Voice) che useremo e l’aspetto grafico che daremo al nostro profilo ma anche decidere a priori le tematiche sulle quali desideriamo incentrare i nostri contenuti.
Questo ci servirà per stabilire le keywords da associare al nostro profilo per essere facilmente trovati.
Se è vero che il personal branding va considerato un’attività di marketing, è altrettanto vero che può avvalersi degli stessi strumenti usati per promuovere un brand o un prodotto.
Uno di questi è lo storytelling. Così come esiste lo storytelling aziendale, infatti, esiste quello che viene definito appunto il personal storytelling. Questo rappresenta la condivisione della propria storia, personale e professionale, secondo un preciso piano editoriale.
Per fare ciò è necessaria una discreta conoscenza di buona parte delle tecniche di copywriting.
Si tratta di un’attività sulla quale bisogna porre particolare attenzione. Attraverso la narrazione della nostra storia infatti possiamo farci conoscere e stuzzicare la curiosità presso il nostro target.
All’interno del nostro personal storytelling andremo a raccontare ogni aspetto rilevante della nostra personalità, dei nostri interessi, del nostro percorso senza mai dimenticare che il tutto deve risultare autentico e sincero.
Senza esagerazioni e sensazionalismi, ma rimanendo concentrati su quelle che sono le caratteristiche che ci contraddistinguono.
In particolare, i racconti che ci riguardano devono poter mettere in luce gli ambiti nei quali possiamo essere d’aiuto agli altri utenti.
Ricordiamo sempre che ciò che genera fiducia è in prima battuta la conoscenza. L’obiettivo non deve essere vendere se stessi, ma fare in modo che gli altri si fidino di noi. Quindi no agli slogan e alle frasi fatte, sì alla verità e all’autenticità.
Linkedin è sicuramente, tra i social network, quello più adatto ad un’attività di personal branding.
Come anticipato all’inizio di questo articolo, qui desidero fornirti alcune best practice per farlo al meglio.