Ai più giovani suonerà strano, ma c’è stato un tempo in cui per vendere una lavatrice non si doveva far altro che parlare della lavatrice. Erano i tempi in cui la comunicazione dei propri beni o servizi era affidata ad una mera descrizione. Ricca sì di particolari, ma pur sempre una descrizione. Un tipo di comunicazione, la cui efficacia, poteva essere verificata solo in base alle vendite e solo dopo molto tempo. Tutt’altra cosa rispetto alla comunicazione digitale alla quale siamo oggi abituati. Che oggi tutto sia cambiato ce lo dimostra, tra gli altri, il recente caso Unieuro.
La grande catena di elettronica ed elettrodomestici Unieuro, è balzata nei giorni scorsi agli onori della cronaca grazie ad una trovata sui social. Infatti con un post virale ha fatto in poche ore il pieno di “like” sui canali social e ha registrato un’impennata di vendite di lavatrici.
La strategia social di Unieuro inizia il 22 dicembre con un post sulla promozione di un televisore nel quale si legge lo slogan “un’offerta che si commenta da sola”. E in effetti, a commentare l’offerta è la stessa Unieuro. Compaiono infatti sotto al post decine di commenti fatti dall’account della catena di elettronica. La trovata, che si regge sul gioco di parole tra il modo di dire e i commenti che si lasciano sotto ai post sui social, guadagna presto la simpatia degli utenti. Divertiti da questo modo alternativo di comunicare, molti utenti cominciano a seguire le pagine Facebook e Instagram di Unieuro.
Preparato il terreno, tre settimane dopo la pubblicazione del post che si commenta da solo, arriva il colpo di genio. Il 12 gennaio sulle pagine social di Unieuro compare la “pazzesca offerta” di una lavatrice in saldo accompagnata da un lungo post che lo stesso social media manager non invoglia a leggere.
Ovviamente riceve la reazione contraria. Più di sessantamila utenti leggono il post e lasciano una reazione. Più di tredicimila lo commentano e circa undicimila lo condividono. Il contenuto del post ha il tenore di uno “sfogo”. È proprio il SMM di Unieuro che racconta di come, a seguito del post sull’offerta che si commenta da sola, lo abbiano mandato a seguire un corso su “come si scrivono post fighi”. Il linguaggio, volutamente enfatizzato, è quello delle generazioni dei millenial. Il contenuto è un surreale susseguirsi di dichiarazioni di uno stato di frustrazione. Il finale è una battuta presa in prestito dal teatro dell’assurdo: “vabbè, stasera che mangi?”.
Ciò che si propone di fare una buona strategia di content marketing con una professionale gestione operativa dei social è raggiungere la notorietà. Lo fa attraverso la costruzione di “storie” che parlano del brand e dei prodotti o servizi che offre. Storie che lasciano in qualche modo il segno in chi le legge e che addirittura vengono condivise e prese ad esempio.
Nel caso di Unieuro l’obiettivo è stato raggiunto in pieno. Si pensi alla “risposta” social che una delle aziende più virtuose nel campo social media marketing ha pubblicato in merito. La Taffo Funeral Service. Sui suoi social compare infatti un post che cita ironicamente quello di Unieuro. Questo ha anche successivamente scatenato reazioni da parte di altri brand che hanno cavalcato il momento.
Obiettivo “viralità” raggiunto.