Per chi è abituato a "vivere digitale" da tempo, questo fermento intorno alla Digital Transformation genera un po' di stupore e tanto sollievo. A ben guardare l'accelerazione non ha riguardato tanto i consumatori, da sempre ben disposti (e i numeri lo dimostrano) all'utilizzo della tecnologia per migliorare la propria qualità della vita. L'incremento si è riversato invece sulle P.A., gli Enti, le grandi aziende private e parastatali, e, più in generale, l'establishment internazionale. Questi ultimi hanno dovuto accelerare un processo di modernizzazione indispensabile per lo sviluppo del nuovo mondo.
Se, banalmente, abbiamo scoperto che il lavoro può essere “smart”, che la didattica può essere “e-learning” e che un meeting internazionale può essere fatto anche da remoto, abbiamo anche cominciato ad esplorare le potenzialità della tecnologia digitale applicata a processi più complessi. Questi comprendono professioni legate al mondo dell'IT, della produzione, della distribuzione e del marketing.
In termini pratici, l’accelerazione della Digital Transformation si deve principalmente allo spartiacque del mondo di prima e quello di dopo la pandemia. Le misure adottate dall’Unione Europea attraverso il PNRR, saranno il volano di una trasformazione digitale che era necessaria per aprire un nuovo capitolo della nostra evoluzione, tanto sociale quanto industriale.
Recenti studi hanno evidenziato come il trend della grande maggioranza delle imprese italiane, il 61% per l’esattezza, sarà quello di aumentare gli investimenti verso l’innovazione dei propri processi produttivi. Parliamo di IoT e di fabbrica intelligente, di Machine Learning, di sistemi di tracciamento come il Blockchain, di Gamification per monitorare, misurare e migliorare le prestazioni del personale. Nessun settore è escluso da questo epocale cambiamento. Nemmeno il marketing, che pure era già un pezzo avanti nella “cultura digitale” rispetto ad altri reparti.
L’area di business maggiormente impattata dalla Digital Transformation è il reparto IT, seguito dal Marketing (46%), dalla Produzione (44%) e dal Customer Service (37%). In questi comparti assisteremo ad un notevole aumento degli investimenti nel nome dell’innovazione. Come detto il Marketing si nutre di tecnologia digitale da anni. Basti pensare ai social, alle piattaforme che hanno stravolto gli equilibri di interi settori, alla codifica dei contenuti attraverso i filtri di ranking utilizzati dai motori di ricerca.
In questo contesto però, anche il marketing si evolve e definisce nuovi modelli e nuove tecniche che sono, come il trend impone, Data Driven oriented. Quello che determina l’aumento degli investimenti è la maggiore maturità dei manager e degli imprenditori, più che mai consapevoli dell’importanza strategica della comunicazione dei valori del proprio Brand alla community. Questi si mostrano più pronti a comprendere quanto sia difficile farsi notare in un mondo sempre più veloce e zeppo di concorrenti agguerriti.
In degg la filosofia digitale è “nativa”, pre-pandemica ed evolutiva. Per questo si lavora allo sviluppo di sistemi versatili e personalizzati, per offrire gli strumenti adatti alle imprese pronte a raccogliere la sfida. “Il futuro è passato qui” significa per degg mettere a disposizione della propria rete di partners e clienti l’esperienza e le competenze per accompagnare aziende e manager nella Digital Transformation.
Tra i nuovi strumenti di marketing merita particolare attenzione la strategia di inbound. Si tratta di creare contenuti “su misura” per i potenziali clienti ed attrarli, invitarli ad entrare, nella community del brand e di stabilire un rapporto più profondo e di maggiore fiducia con i valori dell’azienda. La fiducia, il trust, è uno dei fattori principali nel processo decisionale degli utenti. Questa definizione sintetica e semplificata non deve però trarre in inganno. Non è un'azione semplice, non può essere improvvisata. Deve rispondere a dinamiche e strategie pianificate da professionisti profilati ed esperti. Come il nostro team.