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Cultura e Internet: l'effetto Chiara Ferragni

Scritto da Mariadele Borrelli | 3-ago-2020 22.00.00

La “Nascita di Venere” è il dipinto più instagrammabile del momento.

Per quale Motivo?

Il 16 Luglio Chiara Ferragni si trovava alle Gallerie degli Uffizi di Firenze per uno shooting destinato a una campagna fotografica per Vogue Hong Kong. 

L’influencer ha visitato il museo guidata dal direttore Eike Schmidt, fotografandosi davanti alla Nascita di Venere di Sandro Botticelli e postandolo lo scatto su Instagram.

Risultato dell’”effetto Ferragni”?

Boom di Ricerche su Internet di: Musei degli Uffizi, Venere di Botticelli ed altre tantissime keyword del mondo della cultura.

Siamo dunque sicuri che questo “Effetto Ferragni” non ci porti a ragionare e valutare il binomio cultura e internet?

 

I PREDECESSORI DELLA FERRAGNI

Le critiche del Web dopo la visita dell’influencer agli uffizi non sono tardati ad arrivare.

Tutto il mondo web e social si è scagliato dapprima con la Ferragni e poi con lo stesso Museo che l’ha ospitata.

Ma a ben vedere il flaming è stato innescato principalmente dalla figura di Chiara Ferragni.

Infatti i musei e in generale la cultura hanno sempre mostrato un lato “contemporaneo” nella loro comunicazione. Lo hanno dimostrato Beyoncé e Jay-Z, che nel 2018 hanno girato il video Apeshit davanti all’iconica Gioconda e nelle sale del Louvre. E' anche freschissima la notizia di Mamhood che balla tra le sfingi del Museo Egizio di Torino per il nuovo singolo Dorado (e non era la prima volta per il museo torinese!).

 

CULTURA E INTERNET

Abbandonando i binari su cui è stata letta tutta la vicenda, quello che dovrebbe farci riflettere è il campo di possibilità che le nuove tecnologie possono aprire per una migliore fruizione della cultura nel nostro paese. E non si tratta soltanto di “usare” Internet o i social network per promuovere le visite in un museo.

Il vero tema è quello di creare (o consolidare) un legame tra mondo reale e mondo virtuale che già intreccia tantissimi aspetti della nostra vita ma che, nel settore delle istituzioni museali, stenta ancora a mettere radici solide. 

Eppure, negli ultimi mesi, le nuove tecnologie hanno soccorso i musei di tutta Italia, per esempio consentendo di rimpiazzare con app e pagine Web dedicate quelle audioguide che a causa della pandemia da Covid-19 non si sono più potute utilizzare. 

E qualcuno può immaginare come sarebbe stato possibile gestire le prenotazioni (diventate obbligatorie) senza fare leva su un sito Internet?

 

UNA STRATEGIA DIGITALE

Ora sarebbe il momento di uscire dall’ottica emergenziale e rendersi conto che gli strumenti digitali non sono solo qualcosa che può aiutare a livello logistico, ma che aprono una dimensione parallela ma strettamente legata a quella fisica.

Se c’è qualcosa che abbiamo imparato nell’ultima decade, è che quelli digitali sono strumenti estremamente versatili e che il valore della comunicazione non dipende dal vettore che si utilizza, quanto dai contenuti che si veicolano.

Occorre tenere presente anche che le cose non succedono da sole e che non si può certo fare conto sull’aiuto occasionale della Chiara Ferragni di turno. 

Insomma: per riempire il vuoto che ci separa da una nuova interpretazione del rapporto tra cultura e tecnologia servono investimenti e una strategia adeguata.